VILLAGGI IN CITTÀ ad est

Una panoramica dedicata ai quartieri popolari INA Casa, che furono concepiti a volte come veri e propri villaggi autosufficienti, in grado di ricreare complessi equilibri urbani lontano dal centro cittadino. Ora sono stati riassorbiti dall’espansione edilizia, ma guardando bene si riconoscono nella trama della periferia, dove conservano intatte le qualità che numerosi e validi progettisti hanno messo a punto in quella felice stagione, che vedeva urbanistica ed architettura pensate e sperimentate con una integrazione riuscita e profonda.

Osservare oggi la loro vita ci permette di valutare i frutti di quelle sperimentazioni, ma anche di riflettere su quali possano essere i criteri per promuovere una corretta conservazione di tale patrimonio, che per la sua stessa natura deve sottostare spesso ad attente economie di intervento. In molti casi l’affezione degli abitanti INA Casa per i luoghi in cui risiedono si manifesta con evidenza, ad esempio nella cura che tante volte caratterizza gli articolati spazi comuni. Raccogliendo con la giusta sensibilità una simile radice affettiva possiamo credere a nuove stagioni di fortuna per queste numerose opere.

La panoramica abbraccia anche numerosi insediamenti realizzati negli stessi anni dallo IACP, spesso ideati dagli stessi progettisti dei piani INA Casa, in cui si riscontrano tante delle caratteristiche distintive di quei programmi. Tra i meriti del piano INA Casa vi è proprio anche quello di avere generato una intensa circolazione dei progettisti sul territorio nazionale, favorendo lo scambio di esperienze e la condivisione del lavoro con i professionisti locali.

Di Daniele Vincenzi

“Il patrimonio INA Casa è il risultato di un vasto ed organico piano di edilizia residenziale pubblica realizzato in due settenni, tra il 1949 e il 1963, nella fase di passaggio dalla ricostruzionepostbellica al boom economico. Alla sua realizzazione lavora quasi un terzo degli ingegneri edegli architetti italiani applicando gli indirizzi programmatici, le procedure operative e un linguaggio architettonico appositamente elaborati dagli uffici tecnici ed amministrativi dell’ente.Per la concezione unitaria del programma edilizio, per la qualità architettonica che distingue icomplessi realizzati, per la consistenza del costruito (circa 350.000 case) e la sua diffusionesul territorio nazionale, questa esperienza costituisce una tappa fondamentale nell’evoluzionedella costruzione italiana del Novecento”

tratto da “L’architettura INA Casa (1949-1963) Aspetti e problemi di conservazione e recupero” a cura di Rosalia Vittorini e Rinaldo Capomolla, Gangemi, Roma 2003

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BIBLIOGRAFIA

APPROFONDIMENTI

ALTRE OPERE

NOTE

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VILLAGGIO INA CASA “DUE MADONNE”
piazza Lambrakis e dintorni
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QUARTIERE INA CASA “CAVEDONE”
Via degli Ortolani, Firenze, Mazzoni
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QUARTIERE INA CASA DI VIA PORTAZZA
Via Portazza, Firenze, Osoppo, Bassano
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QUARTIERE IACP DI VIA FOSCHERARA
Via Abba
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QUARTIERE IACP “DELL’UCCELLINO”
Via dell’Uccellino
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QUARTIERE DI VIA MALVOLTA/ ROMAGNOLI - CHIESA NUOVA
Via Romagnoli, Lamponi, Paganini, Catalani
CONDIVIDIGPXINIZIA
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ciclovisita
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VILLAGGIO INA CASA “DUE MADONNE”
1953-56
Luigi Vagnetti (capogruppo), Plinio Marconi, Eugenio Montuori, Renato Venturi, Silvestro Benini, Italo Bianco, Vincenzo Gianstefani, Eugenio Berardi - dal 1955 Francesco Santini, Guido Pallotta Il villaggio sorge a fianco della via Emilia, in corrispondenza del confine est della città. Analoga posizione era stata assegnata pochi anni prima al Villaggio INA Casa di Borgo Panigale, all’estremità ovest del territorio comunale. I due quartieri assumono di conseguenza un significato emblematico, come nuove porte della città, inserendosi inoltre tra le prime realizzazioni del piano INA Casa a scala di quartiere. L’insediamento è dotato di tutti i servizi necessari e gli edifici sono conformati ad una disposizione planimetrica molto articolata, con uno studio attento degli spazi di relazione comune e dei percorsi di servizio: tutti caratteri che rafforzano il senso di autosufficienza del villaggio. Molteplici e interessanti le tipologie adottate, dal lungo fabbricato porticato che delinea la piazza, alle torri che delimitano e contrassegnano ad est il quartiere.
ALTRE CICLOVISITE CON QUESTA TAPPA:
piazza Lambrakis e dintorni
QUARTIERE INA CASA “CAVEDONE”
1957-60
Federico Gorio (capogruppo), L. Benevolo, V. Calzolari, M. Carini, S. Danielli, A. Esposito, M. Vittorini In modo originale si ricorre qui alla tipologia a corte, con una reinterpretazione del valore della strada esterna e dello spazio interno, organizzato e protetto, riservato al transito pedonale, al gioco dei bambini, alla sosta nel verde. Pur rispettando i vincoli economici e organizzativi del piano INA Casa, al “Cavedone“ i progettisti cercano di introdurre elementi di razionalizzazione del sistema costruttivo e compositivo, puntando all’unificazione dei vari componenti. Significativa in questo senso la struttura portante delle scale comuni, prefabbricata in modo seriale. Il vano della scala d’angolo diventa anche una delle soluzioni più qualificanti delle corti. Il mattone è impiegato sia per le strutture portanti degli edifici, che per il paramento esterno di finitura, reso eloquente dai dettagliati supporti basamentali.
ALTRE CICLOVISITE CON QUESTA TAPPA:
Via degli Ortolani, Firenze, Mazzoni
QUARTIERE INA CASA DI VIA PORTAZZA
1957-60
Santini è l’autore di gran parte dei quartieri IACP e INA Casa realizzati a Bologna, sia in forma individuale, sia in gruppo con altri colleghi. Ha quindi occasione di sperimentare e affinare svariate tipologie edilizie e relative forme aggregative. In questo insediamento, coevo ed adiacente al Cavedone del gruppo Gorio, Santini riesce a ricreare un’ambiente urbano di chiara lettura, con una netta distinzione tra spazi pubblici e semiprivati, definiti dalla trama stradale che individua sostanzialmente una serie di piccoli isolati, delimitati dai fabbricati e dai muri di recinzione. Questi ultimi sono realizzati con laboriose e mutevoli tessiture in laterizio a vista, a ribadirne l’importanza nel bilancio complessivo della composizione: distinguono i vari settori del quartiere, pongono in risalto gli accessi delle abitazioni, delineano e compattano le visuali stradali.
ALTRE CICLOVISITE CON QUESTA TAPPA:
Via Portazza, Firenze, Osoppo, Bassano
QUARTIERE IACP DI VIA FOSCHERARA
1955
Il quartiere mostra una rilevante dotazione di spazi a verde, la cui sistemazione sfrutta anche le lievi pendenze naturali del terreno, dando alla trama complessiva una buona articolazione visuale, che pone in risalto lo sviluppo compositivo delle varie tipologie edilizie. In particolare spiccano gli edifici a pianta stellare, un tipo ricorrente nell’esperienza INA Casa, che Santini ha già applicato in precedenti lavori bolognesi, nel quartiere di via Torretta a San Donato.
ALTRE CICLOVISITE CON QUESTA TAPPA:
Via Abba
QUARTIERE IACP “DELL’UCCELLINO”
1953-55 (Novaro, Francesco Santini)
Un intervento di particolare valore nel programma dell’ente, dislocato in area pedecollinare, risolto con tipologie basse e contenute. Le facciate presentano una gamma ampia di elementi plastici, rafforzati dall’uso intenso del colore. L’impianto distributivo degli edifici deve confrontarsi con la forte pendenza del terreno, dovendo comunque garantire un uso razionale degli spazi e delle strutture. Ne traggono vantaggio gli spazi esterni di pertinenza: sono tutti giardini che si compenetrano, privi di vere e proprie delimitazioni, fino a creare un assetto paesaggistico di grande efficacia, che rafforza e conferma le scelte progettuali di questo intervento.
ALTRE CICLOVISITE CON QUESTA TAPPA:
Via dell’Uccellino
QUARTIERE DI VIA MALVOLTA/ ROMAGNOLI - CHIESA NUOVA
1949 (Gildo Scagliarini (Comune Bologna/INA Casa), Francesco Santini (IACP))
Questa area urbana è strutturata secondo un semplice disegno, in cui i fabbricati si affiancano gli uni agli altri, definendo densi spazi verdi di pertinenza, con un percorso pedonale centrale suggestivo, che collega la scuola materna del quartiere. Il gruppo di dieci fabbricati nasce per iniziativa della Gestione INA Casa, attraverso un concorso nazionale (a cui partecipa Alberto Legnani), e vengono realizzati a cura dei servizi tecnici comunali. A fianco si staccano due edifici IACP di Santini, affacciati su ampie corti aperte.
ALTRE CICLOVISITE CON QUESTA TAPPA:
Via Romagnoli, Lamponi, Paganini, Catalani
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